Sensibilizzazione alla parità di genere: come cambiare approccio linguistico e condividere metodi per abbattere i muri della violenza e della diversità
Cambiare approccio alla comunicazione di genere è possibile? La risposta è univoca e arriva direttamente da Palazzo Sciuti a Sassari, in un incontro partecipato da oltre cento persone che mette sul tavolo esperienze, dati, obiettivi, e professionisti a confronto. E’ un percorso doveroso se vogliamo invertire la rotta dalla violenza e della discriminazione, in un mondo dove gli stereotipi sono ancora prevaricanti e dove vige ancora la disparità di trattamento tra uomini e donne. Com'è cambiata la comunicazione di genere in questi anni e come deve essere rivista in funzione della complessità della società attuale. Quando parliamo di parità di genere, di non discriminazione, di non violenza, siamo certi che stiamo compiendo un azione positiva per agevolare le future generazioni nel complesso rapporto tra i sessi. Che indistintamente oggi, come prevede la Costituzione, devono relazionarsi senza distinzione alcuna, di trattamento giuridico, sociale e lavorativo. Parole che sentiamo l’esigenza di ripetere da tempo ma che ancora devono essere ripetute con intensità e ridondanza, con un approccio sempre più determinato, affinché le nuove generazioni assorbano un nuovo modo di comunicare, di relazionarsi e di dialogare.
Presenti ieri pomeriggio all’incontro, tanti e tante esponenti del mondo delle istituzioni, autonomie scolastiche, terzo Settore, della rete dei servizi socio-assistenziali del territorio, ognuna e ognuno secondo una visione prospettica differente, con la moderazione di Maria Antonietta Sale, Consigliera di Fiducia dell'Unione Comuni del Coros, ente che ha promosso il progetto. “Diversamente Pari”, nasce da un’ idea della Cooperativa “la Serenissima” di Ossi che lavora con il mondo della scuola e promuove a sua volta un approccio educativo e performativo alla Parità di genere con piccoli grandi progetti e laboratori, dedicati al dialogo, alla creatività, e al confronto con i ragazzi delle scuole elementari e medie. E’ stato scelto questo giorno, il 25 novembre, simbolo della lotta alla violenza contro le donne, per mandare un messaggio fortissimo ,che arriva univoco da tanti mondi coinvolti: scuola, istituzioni, politica, giurisprudenza, educazione per ribadire l’inversione di rotta e rimettere al centro dell’attenzione il rispetto, l’educazione, la parità come base dei rapporti umani.
La consigliera di fiducia dell’Unione del Coros Maria Antonietta Sale, ha aperto i lavori condividendo una serie di dati allarmanti sul fenomeno violenza di genere: 91 i femminicidi in Italia nel 2024, 8 in fase di accertamento, 44 casi di tentato femminicidio. Solo in Sardegna, quest’anno sono 7 le vittime, ricordate nome per nome, con un trend che cresce del 200%. Numeri che spaventano, numeri che sono donne la cui condizione è stata negata, umiliata e uccisa. Prima degli interventi dei relatori, una prima risposta della politica arriva dal Presidente dell’Unione del Coros Cristian Budroni, che ha illustrato i piccoli grandi passi dell’ente Coros in materia di parità come l’istituzione del Cug, comitato unico di garanzia, della consigliera di fiducia, insediatasi un anno fa in seno all’Unione, e di tutti i progetti che l’Unione ogni anno porta avanti con le scuole come “Diversamente Pari”. Lo ribadisce Maria Lina Piga, Rappresentante Legale della Cooperativa Sociale Serenissima, che ha raccontato il suddetto progetto che coinvolge le scuole dei dodici comuni del Coros, per una sfida educativa iniziata proprio ieri, nelle scuole di Ossi e di Ploaghe. Arriva anche fortissima l’esperienza della sindaca Antonella Contini, l’unica sindaca dell’Unione del Coros, che ricorda che le donne sono spesso tagliate fuori dai ruoli di potere. Ma la sua testimonianza al timone del paese di Putifigari, dimostra che non ci devono essere più barriere, spesso solo culturali, che limitino i ruoli sociali o politici.
Numerosissimi gli interventi dei professionisti che si sono susseguiti e che varrebbe la pena approfondire: Rossana Pisoni, Cooperativa Sociale Porta Aperta, Assistente Sociale del CAV Aurora di Sassari, ha raccontato come il Comune di Sassari lavora a sostegno delle donne vittime di violenza, grazie all’esperienza ventennale del Progetto Aurora; Maria Grazia Falchi, dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Pasquale Tola di Sassari, ha illustrato l’impegno dell’istituto verso la promozione della parità di genere e la non discriminazione; Marcella Fiori, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Antonio Gramsci di Ossi (con 6 punti di erogazione, tra Ossi, Florinas, Tissi, Muros, Cargeghe, Codrongianos) ha spiegato l’impegno dell’ istituto verso la promozione della parità di genere e la non discriminazione; Guido Vecchione, magistrato presso il Ministero della Giustizia e presidente del Tribunale per i Minori di Sassari ha invece raccontato come gli stereotipi di genere possono ancora influire negativamente nelle relazioni familiari (la tutela giurisdizionale dei diritti in base anche al principio di eguaglianza contenuto nell’articolo 3 della Costituzione); Anna Laura Tocco, docente dell’Istituto Comprensivo di Ittiri, referente della scuola per le attività del progetto Diversamente Pari, referente per il gruppo scuola del Movimento omosessuale sardo, ha poi sondato il ruolo dell’insegnante nella comunicazione di genere ed infine Daniela Pirastu e Anna Franca Murgia, rispettivamente Direttrice dei Servizi Minorili della Giustizia e Funzionaria del Dipartimento di Giustizia specializzata in Criminologia Clinica e Psichiatria Forense hanno illustrato uno spaccato sulla fenomenologia del Servizio Sociale Minorenni del Centro di Giustizia Minorile della Sardegna-, sede di Sassari.
“ Grazie al progetto “Diversamente Pari”- spiega il presidente dell’Unione dei Comuni del Coros Cristian Budroni che ha voluto fortemente questo incontro- anche quest’anno diamo gambe ad un importante contributo: educare alla diversità e all’abbattimento degli stereotipi con uno sguardo importante al linguaggio di genere, a come deve cambiare il nostro approccio e ai metodi efficaci per evitare che le nuove generazioni restino intrappolati negli stereotipi che purtroppo sfociano nella violenza, nel mobbing, nel bullismo. Forme di discriminazione oggi sempre presenti soprattutto tra i giovani e nel mondo del lavoro. Io e tanti colleghi sindaci abbiamo a che fare con le nostre comunità quotidianamente e ci sentiamo coinvolti in prima persona in questa problematica. Siamo convinti che parlandone come abbiamo fatto oggi e mettendo in campo gli strumenti che abbiamo sentito e appreso, possiamo contribuire ad abbattere i muri della violenza e della disparità.”