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Santuario Nuragico Giorrè

L’altopiano di Giorrè è compreso tra i territori di Cargeghe, Ossi e Florinas. Si tratta di un vasto territorio calcareo elevato a circa 500 metri s.l.m. Il sito archeologico omonimo si trova nella zona sud-est che ricade entro i confini del territorio di Florinas. L’area archeologica è compresa entro un recinto di forma ellissoidale, al suo interno sono compresi un edificio rettangolare, una capanna e la rotonda nuragica in raffinata struttura isodoma. Attorno al recinto vi sono evidenti tracce di altre strutture, in particolare una di forma sub rettangolare di ragguardevoli dimensioni, forse un tempio a megaron.

Il territorio di Florinas è un vero e proprio parco archeologico dove si trovano testimonianze risalenti all’età nuragica e prenuragica. Il villaggio di Giorrè è ubicato sull’altopiano calcareo che si trova nell’area nord occidentale del territorio di Florinas, ai confini con il territorio di Ossi. In posizione rilevata spinge il proprio dominio visivo da nord a sud est, sino alla catena montuosa dell’Anglona, ai rilievi di Santa Vittoria di Osilo, al Monte Pelao e al Monte Santo di Siligo e ad ovest ai vasti altopiani calcarei intervallati dalle vallate del territorio di Florinas. Sul margine settentrionale dell’altopiano di Giorrè si individua il nuraghe Sa Inistra Mala mentre nelle pendici orientali si localizzano le tombe a prospetto architettonico di S’Iscala ‘e Sa Casa, di Balconeddu e di Su Carralzu dove ci sono altri tre nuraghi Loddauro, Giuanne Eli e Pedra Lada. Il sito è stato purtroppo devastato da lavori agricoli e nel corso degli anni 80 da scavi clandestini. Nell’area si individuano varie strutture racchiuse in un recinto di pianta irregolarmente ellittica, solo parzialmente leggibili a causa delle numerose manomissioni. I due edifici in migliore stato di conservazione sovrastano strutture preesistenti, tra i quali spicca l’edificio perfettamente circolare chiamato la “Rotonda” che si conserva per un quarto dell’intera circonferenza. La presenza di conci isodomi di calcare e basalto nell’area, lasciano ipotizzare che si trattasse di un edificio bicromo di uso culturale. Dell’alzato di questa struttura si conservano solo tre filari incompleti disposti ad aggetto: presenta all’interno un sedile costituito da un filare di conci trapezoidali. Nella pavimentazione si coglie una traccia che coincide con il filare di base dell’alzato, testimonianza dell’esistenza di uno schema progettuale per l’edificazione di queste strutture. La valenza culturale di questo monumento è avvalorata dal rinvenimento di un betilo in calcare, riproducente una torre nuragica al quale si aggiungono cinque frammenti litici frammentari e tre elementi troncopiramidali in calcare, sicuramente elementi decorativi della struttura. A 2,50 metri da qui si trova la base di una capanna circolare edificata con blocchi sommariamente sbozzati e altri lavorati tra i quali un unico blocco a “T”. La capanna sembra sovrapporsi a un altra preesistente struttura, della quale rimane un tratto a sviluppo rettilineo. A 5 metri dalla Rotonda c’è un edificio di pianta rettangolare del quale rimangono ben poche tracce, si conserva solo parte del filare di base e del pavimento costituito da pietre squadrate. Un altro importante ritrovamento è quello del noto bronzetto con mascherina d’argento, databile al II secolo a.c. e alcune monete puniche di zecca siceliota e locali, databili al IV e III secolo a.c. Tutti elementi che parrebbero attestare una sopravvivenza dell’edificio in età storica.

Fonte: Il villaggio santuario di Punta Unossi Pina Maria Derudas