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Chiesa campestre di Santa Maria de Contra

La chiesetta di Santa Maria di Contra è una delle più piccole chiese romaniche della Sardegna e sorge nell’agro di Cargeghe, in una valle alla periferia del paese, circondata da oliveti e frutteti. La chiesa è stata una delle location del film “Padre padrone”, tratto dal romanzo di Gavino Ledda e ancora oggi ospita oltre ai riti religiosi, diversi eventi culturali. E’ stata inserita nel progetto Itinerari e Rete del Romanico in Corsica, Sardegna e Toscana (IterrCost), finanziato dall’Unione Europea.
Una bolla del papa Alessandro III del 1175 nomina la chiesa di Sanctae Mariae in Contra tra i beni di proprietà dei monaci di Camàldoli, nell’episcopato turritano, dipendente dal monastero della Santa Trinità di Saccargia. L’edificio è orientato secondo la tradizione, con l’abside ad est. La chiesa conserva l’impianto originario ad aula unica, con la struttura muraria della parte absidale del XII secolo ed il semplice portale con architrave e stipiti monolitici e arco superiore a tutto sesto. La facciata principale è dominata dal campanile a vela rifinito da una leggera cornice alla sommità. Il campanile è sormontato da una croce in pietra e dotato di una piccola campana. Sulla parete principale sono presenti due mensole in basalto superiormente scanalate, su cui poggiava evidentemente la trave lignea di una tettoia o di un portico messo a protezione dell’ingresso. Sulle due pareti minori frontali si aprono due piccole finestre cruciformi, come in molte altre chiese romaniche della zona. Grazie alla sue forme nette e austere presenta i caratteri costruttivi più essenziali dell’architettura romanica che ritroviamo nella copertura a due falde con struttura lignea a capriate, nel catino absidale, nel portale di accesso architravato con stipiti monolitici e nelle tre strette monofore che illuminano l’interno. Lungo la linea del tetto e dell’abside, è oggi presente una cornice in pietra calcarea, il cui motivo a gola è riproposto nei bordi delle lastre in pietra che rivestono la sommità dei due setti murari del prospetto principale e della parete di fondo. L’interno è privo di elementi decorativi e caratterizzato dalla muratura a vista e da sei robuste capriate. La pavimentazione è costituita da lastre rettangolari in calcare e l’illuminazione naturale dell’aula è garantita solo dalla luce che filtra attraverso le monofore del lato sud e dell’abside. Sulla parete si trova un dipinto (copia di un dipinto seicentesco non più presente) che rappresenta secondo stilemi tradizionali, la nascita della Madonna, festeggiata l’8 settembre, nel quale le ancelle indossano il costume tradizionale locale. Sono inoltre esposti due frammenti di cornice, risalenti alla seconda metà del XVIII secolo, in legno scuro intagliato a rosette e girali, con articolate modanature sulle quali si intravvedono ancora labili segni della originaria pigmentazione. Meritano una menzione la reliquia di un ciborio che era posto sopra l’altare e un paliotto seicentesco, riccamente decorato con temi di carattere naturalistico oggi collocato sul lato frontale dell’altare.