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Nostra Signora di Paulis

Nel territorio di Ittiri ,furono i monaci cistercensi a partire dall’anno mille, a fondare abbazie e chiese. Due delle chiese presenti a Ittiri sono del XIII secolo: si tratta della chiesa di Santa Maria di Paulis e Nostra Signora di Coros, caratterizzate da architetture romaniche e gotiche. La Chiesa di “Nostra Segnora ’e Pauli” è ubicata nell’agro fra Ittiri e Uri lungo il tracciato della strada romana, poi denominata “S’istrada de sos Padres” in quanto collegava l’abbazia cistercense di Santa Maria di Corte (fondata nel 1148) a quest’altra, impiantata in un sito da bonificare perché paludoso, da cui la denominazione di Paludis/Padulis. Dall’Abbazia di Paulis dipendeva il priorato di Santa Maria di Coros, come attesta il sigillo-tipario di Alberto rinvenuto nel 1848 e che oggi si trova nel Museo Archeologico di Cagliari. Il monastero e la chiesa di Santa Maria di Paulis erano di pianta romanica e di sviluppo cistercense e vennero costruiti su iniziativa del Giudice Comita di Torres, che nel 1205, donò ai monaci una vasta estensione di terreno compresi vacche, maiali e pecore ad esso annessi. Nel 1410 il monastero era in stato di abbandono. La chiesa è stata ampliata in epoca non databile e la facciata in stile coloniale, ha perso il suo significato originario. L’aula dal transetto venne isolata con muri di tamponamento delle arcate, diventando autonomo luogo di culto. Si individuano il tracciato di fondazione del chiostro e le strutture di altri ambienti monastici, voltati a botte a pieno centro. Dell’Abbazia cistercense, fabbricata in conci calcarei di media pezzatura, restano il coro quadrangolare orientato, il transetto, su cui si aprono le due cappelle affiancate al presbiterio, un tratto del fianco meridionale e il relativo setto divisorio. L’impianto è a croce commissa, con aula divisa in tre navate da arcate su pilastri e transetto, su cui si affacciano il coro e una cappella quadrangolare per lato. Il telaio strutturale è composto da basso zoccolo e larghe paraste d’angolo. La navata mediana era illuminata da lunghe monofore senza sguanci ma con davanzale fortemente inclinato. Nel muro settentrionale del coro s’incava un armadio molto manomesso e in quello meridionale si apre una finestra a croce latina. Nella testata orientale la disposizione delle ampie luci invece osservava l’iconologia trinitaria (raffigurazione della trinità). Nella zona a nord l’ambiente monastico è voltato a botte con robusti sottarchi su mensole troncopiramidali a facce sgusciate. Del chiostro resta in piedi la muratura angolare nordest.

Fonte: Ittiri notizie e immagini del passato di Mario Faedda, Visit Ittiri