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Chiesa di Santa Vittoria

La Chiesa di Santa Vittoria risale al primo XV secolo ma ha subito diverse modifiche negli anni successivi. Sembrerebbe che quando fu costruita si trovasse abbastanza distante dalla villa di Ossi ma molto vicina invece alla villa di Save e alle sue due antiche chiese, Santa Caterina e San Pietro. Il documento più antico che menziona la Chiesa è una carta inedita conservata nell’Archivio della Corona d’Aragona, che testimonia di una battaglia tra i Doria e gli Aragonesi, combattuta presso la Chiesa di Santa Vittoria di Save nel 1359. Non si conosce di preciso la data di quando la chiesa fu restituita alla Parrocchia di Ossi, ma è probabile che questo avvenne intorno al XVII secolo. La chiesa veniva custodita dagli eremitani che vivevano nella casupola sul fianco sinistro dell’edificio e che erano tra i pochi ad avere diritto alla sepoltura nella chiesa. La chiesa nel corso del tempo ha subito numerosi restauri, nel primo ventennio del ‘600 l’edificio è stato ampliato seguendo il modello della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, durante il quale viene isolata la piccola abside originaria, viene modificata la navata e costruita una tribuna nell’ultima navata. Nonostante ciò l’edificio arriva alle soglie del XIX secolo in pessime condizioni e poco adatto alle sacre cerimonie. Da qui infatti il secondo intervento principale sulla chiesa, che sembrerebbe iniziò nel maggio del 1813, quando il rettore Borra chiese alla curia l’autorizzazione per alcuni urgenti restauri, poiché l’edificio minacciava di crollare. Chiese inoltre il permesso di aggiungervi due nuove cappelle, da dedicare a Santa Lucia e San Giovanni Battista. Il sacerdote, a corto di denaro, propose di prelevare il materiale da lavoro dalla vicina chiesetta di San Pietro e da quella di Santa Caterina di Save, sconsacrate già da decenni. Le sue richieste vennero approvate e così la chiesa venne immediatamente restaurata, ma le cappelle furono costruite tra il 1826 e il 1827, insieme agli altari ancora presenti nel 1912 e che consistevano in una semplice mensa in pietra, dipinta con soprastante nicchia. Al 1845 risale inoltre un piccolo inventario degli ori e tessuti pregiati appartenenti alla chiesa, frutto delle donazioni dei fedeli che nonostante la povertà, non esitavano a donare alla santa oggetti personali anche molto costosi, in segno di riconoscenza e gratitudine. La chiesa di Santa Vittoria giunse alle soglie del XX secolo povera ma decorosamente mantenuta, ne vengono registrati piccoli interventi di manutenzione nel 1936 e nel 1952, tuttavia le condizioni dell’edificio peggiorarono rapidamente tanto che negli anni settanta il parroco del paese la descrisse “senza tetto, senza porte e con parte della muratura in dissesto. Nel 1977 la Regione Sardegna concesse dei contributi per il restauro, durante il quale fu rispristinata la copertura, furono risanate le pareti, ricostruita la pavimentazione, furono rinnovate alcune parti interne e fu anche rinnovato l’arredamento. La chiesa internamente si presenta in un buono stato e mantiene il fascino che le viene conferito dal punto in cui sorge, che è stato fin dall’epoca romana un crocevia di strade che conducevano ai più importanti centri della zona, frequentata ancora in epoca bizantina e giudicale fino ai nostri giorni.

Fonte: Ossi, storia, arte e cultura di Marcello Derudas