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Chiesa di San Michele di Salvennor

La Chiesa di San Michele si trova a breve distanza da Ploaghe, lungo la strada Sassari-Olbia. E’ uno degli esempi più significativi dell’architettura romanica d’ambito monastico. Nel 1908 è stata dichiarata monumento nazionale. Sorge maestosa in una bella pianura del sito campestre di Salvennero, così chiamato dal nome di un vicino villaggio abbandonato nella seconda metà del XVIII secolo. Documentata dal 1138 era la chiesa dell’abbazia dell’ordine religioso dei benedettini di Vallombrosa. Risale all’età del Regno Giudicale di Torres e si ritiene sia stata fondata da Mariano I e poi rimaneggiata dai Vallombrosani. L’impianto è a croce commissa con tre absidi, l’aula è mononavata in copertura lignea, mentre i bracci del transetto sono voltati a crociera. L’edificio presenta due momenti costruttivi che lo datano tra la fine dell’XI e il primo quarto del XIII secolo. Al primo appartengono le murature in calcare e in cantoni di media fessatura, le absidi del transetto dei fianchi e della facciata. Al secondo appartengono le murature in filari di calcare e basalto, i frontoni e la sacristia, ricavata dalla cella inferiore del campanile, già crollato nella prima metà del XV secolo. Nel lato nord si erge un rustico edificio di fattura moderna collegato alla chiesa da un arco a tutto sesto. Nella facciata sono evidenti i segni della presenza del portico abbattuto nella seconda metà dell’Ottocento, insieme con il già decadente monastero. In un punto ancora non bene identificato si trova la porta santa della quale è rimasto il cerimoniale di apertura. Della testimonianza della spiritualità del tempo sono le orme e i segni accompagnatori di antichi pellegrini incisi nelle absidi. I vallombrosani lasciarono Salvennero nella prima metà del XV secolo. Dopo un breve possesso dei frati osservanti della Sardegna la chiesa passò nel primo seicento sotto la giurisdizione della parrocchia di Ploaghe.
Attualmente la chiesa gode di un progetto di riqualificazione e restauro inserito nella Programmazione territoriale “Coros Anglona Terre di tradizione” messa a punto dall’Unione dei Comuni del Coros. La proposta ricade fra quelle che mirano intervenire su alcune delle chiese campestri presenti in tutto il territorio del Coros e dell’Anglona nell’ipotesi di creare una rete di attrattori culturali e ambientali e valorizzarli in chiave turistica. Sono numerosi infatti nel territorio gli edifici di culto di elevato valore storico-culturale che, se adeguatamente valorizzati, possono attivare un processo virtuoso tale da attrarre, anche all’interno dell’isola, numerosi turisti. Nella fattispecie il restauro della chiesa di San Michele ricade nel programma “Sardegna in cento Chiese” per cui è stato sottoscritto un apposito accordo fra RAS e CES. Il restauro è di natura conservativa dell’edificio allo scopo di eliminare tutti gli elementi di degrado presenti quali alveolizzazione e scagliatura delle pietre, presenza di vegetazione, efflorescenza e erosione oltre a verificare ed eventualmente intervenire sulla staticità della struttura. Si prevede inoltre di predisporre la cartellonistica illustrativa esterna.

Fonte: sito Comune di Ploaghe; libro Chiese e istituzioni di Ploaghe di Gavino Spanedda