Putifigari
Fontana di Nadalinu
Putifigari è un piccolo centro dell’entroterra algherese, situato nell’estremo nord-ovest della Sardegna, con radicate tradizioni culturali ed enogastronomiche e caratterizzato da imponenti aree forestali e immense vedute, sia verso l’interno che verso il mare. Il comune di Putifigari fu uno dei comuni della Sardegna che verso la fine degli anni ottanta, utilizzò i finanziamenti regionali per la riqualificazione delle fonti territoriali. I lavori di ristrutturazione furono fatti utilizzando della pietra a secco locale. Queste fontane erano utilizzate nell’antichità come abbeveratoi per il bestiame, in quanto situate in territori utilizzati principalmente per il pascolo, ma erano anche punti di incontro per i viandanti, che si spostavano da un territorio all’altro. Si narra che il paese di Putifigari nacque nel 1365 quando il feudo venne donato a Don Pedro Boyl dal Re Pietro d’Aragona, e che solo dopo il 1700, il paese iniziò ad incrementarsi. All’epoca tutto il territorio era raggiungibile con difficoltà a causa della fitta vegetazione e per la mancanza di strade e sentieri, per questo era spesso frequentato da scorribande di banditi e latitanti. Questi spesso si riunivano nelle vicinanze di una fonte, in un fitto bosco, per le provviste d’acqua, in una località denominata appunto Sos Bandidos. Il marchese, non trovando personale per lavorare la terra e pastori per i primi insediamenti di allevamento ovino e caprino, iniziò ad incontrare i banditi instaurando con loro un ottimo rapporto sino a diventare loro amico. Decise di fare delle sue terre una zona franca, all’interno della quale i banditi godevano di una protezione particolare, ottenendo il condono delle pene giudiziarie. Vincendo la loro diffidenza, li assoldò per lavorare sempre più numerosi, così che trovarono in quel posto una sistemazione definitiva e, con i primi insediamenti e nuclei abitativi, diedero origine al villaggio che prese il nome di Puti-figari (posto di sicari).