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Complesso Nuragico Santa Cadrina

Il complesso insediativo nuragico e romano di Santa Caterina sorge nel centro abitato di Uri sopra un piccolo rilievo nella parte alta del paese, a circa 160 metri sul livello del mare. In direzione nord-est, domina sulla valle del Rio Carrabusu e su tutto il territorio, compreso lo specchio d’acqua del bacino artificiale del Cuga. Parte delle strutture affiorarono nei primi anni sessanta, durante le operazioni di spietramento e risistemazione dell’area, da parte del proprietario del terreno, per favorire l’impianto di un vigneto. Successivamente vennero avviati gli scavi, sempre dal proprietario, che portarono in luce la totalità delle strutture attualmente visibili. E’ costituito da un nuraghe e da un villaggio. La sua singolare, quasi unica, particolarità è che le tre torri nuragiche e i resti delle capanne attorno, si trovano esattamente nel centro storico dell’attuale paese. È la prova inconfutabile che Uri, centro del Coros, subregione del Logudoro, ha una storia di quasi quattromila anni. Una vicenda iniziata con l’insediamento di Santa Cadrina (Caterina in logudorese), attorno al quale si è sviluppato il tessuto urbano, senza soluzione di continuità, sino ai giorni nostri. È uno straordinario esempio di longevità abitativa, documentata oltre che dai ruderi prenuragici e nuragici, anche da resti di murature romane e medievali, due pozzi, una macina, reperti litici e ceramici, che abbracciano varie epoche, in particolare romana imperiale e bizantina. Il nuraghe di Santa Cadrina, inglobato nel cuore di Uri su un piccolo rilievo che domina la valle del Rio Carrabusu, è oggi circondato da un parco terrazzato coperto di alberi da frutta, erbe aromatiche e macchia mediterranea. È una struttura di tipo complesso, composta dal mastio (torre centrale) del diametro di quasi dodici metri e due torri secondarie, con diametro di quattro metri e mezzo, raccordate da una cinta muraria che circoscrive un cortiletto. Il nuraghe è stato costruito con grandi blocchi di calcare e trachite, sistemati in filari regolari, durante il Bronzo medio (XVI-XIV secolo a.C.). Il bastione mostra blocchi di dimensioni inferiori: vi si accede mediante un ingresso seguito da un breve andito, che introduce nel cortile, dove si apre un pozzo usato ancora oggi. Nel mastio si può intravedere la presenza di un grande forno, usato forse per riscaldamento e come fucina, per forgiare i metalli e lavorare la terracotta. La camera di una torre minore, a pianta ellissoidale, mostra quattro piccole nicchie ed è collegata al cortile da un corridoio di due metri. Attorno al nuraghe si estendeva il villaggio, anch’esso con pozzo, del quale sono stati riportati alla luce a fine del XX secolo i basamenti di alcune capanne.

(scheda già elaborata, verifica sulla base delle informazioni da: Coracensis annuario 1996 a cura di G.Biddau)