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Chiesa Natività di Maria Vergine

Per meglio comprendere la storia e la costruzione di questa chiesa, occorre partire dalla chiesa di San Pietro, che fu demolita per costruire poi la chiesa attuale della Natività di Maria Vergine. La chiesa di San Pietro è citata nei condaghi di San Pietro in Silki e di San Nicola di Trullas, per le donazioni di terre che le furono fatte nel XII secolo. Nel 1953 la suddetta, ricevette la visita pastorale dell’arcivescovo Alepus e nel 1555 giunse nella chiesa, la commissione apostolica guidata da Don Giovanni Pilo, su delega di Monsignor Alepus. In quell’occasione fu redatto l’inventario degli oggetti sacri, tra i quali il tabernacolo d’argento del santissimo sacramento e il libro dei battezzati. Sembrerebbe si trattasse di un complesso ecclesiastico dove sorgevano anche i due oratori di Santa Croce e del SS. Rosario, forse comunicanti con la Chiesa, a servizio delle due confraternite. Della chiesa di San Pietro restano solo alcuni riferimenti, desumibili da fonti storiche, ma non si sono trovate tracce dei ruderi e non si conosce la data della sua costruzione, ma si suppone fosse contemporanea della vecchia chiesa di S’ena Frisca. Oggi la Chiesa della Natività, che fu edificata nel 1824, si trova nel centro storico del paese. Il suo accesso principale è in via Roma, di fronte a piazza Conciliazione, ma si estende in tutto il suo volume nella retrostante via Volta. La struttura è di stile tardo barocco ed è stata costruita da maestranze isolane centro-settentrionali. La facciata, suddivisa in due registri compositivi, ha una parte inferiore delimitata agli angoli da lesene e chiusa da una trabeazione aggettante. Al centro, anche il portone d’ingresso è incorniciato da lesene, sormontate da un timpano curvilineo. Al centro del registro superiore si apre una finestra centinata. L’edificio, a un unica navata, presenta l’abside con cupola che copre il presbiterio ed è dotato di sei cappelle laterali. L’altare maggiore è appoggiato alla parete dell’abside, costruito in pietra e rifinito con stucchi e nicchia al centro, dove si trova la statua lignea di Santa Maria de S’ena Frisca. Tra gli arredi presenti all’interno, risultano particolarmente interessanti i due altari gemelli della Madonna del Carmelo e di Santa Anastasia. Questi sono stati realizzati dai fratelli Diana e Calvia, artisti attivi nel nord Sardegna tra il XVIII e il XIX secolo: il primo altare, donato alla chiesa della Natività nel 1857, presenta forme architettoniche classicheggianti successive al barocco. Anche l’acquasantiera in marmo è di notevole pregio: reca infatti un’ iscrizione del 1599 fatta apporre dal pievano Matheus Vargius. Il pavimento della chiesa è in mattoni di ardesia. La costruzione del campanile, progettato per essere costruito alla sinistra della facciata, a causa della mancanza di roccia è stata sospesa. Sarà costruito nel 1900 alla destra della facciata.

Fonte: Usini un paese, una parrocchia, una pievania dal XIII al XX secolo, Antonio Bazzoni; San Pietro di Usini I segreti di una chiesa scomparsa, Roberto Onnis, Poligrafix

Fonte http://www.sistemacorosfigulinas.it/index.php/territorio-e-cultura/usini/97-comune-di-usini-localita-paesaggistiche